Recensione:
Anno
Domini 476. Nella pianura fra Pavia e Piacenza, una coltre di nebbia
ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari
emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della Legio Nova Invicta,
leggendario baluardo della romanità a difesa di Romolo Augusto, un
ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Ma
non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di
legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca,
formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare Romolo
Augusto insieme a Meridius Ambrosinus, il suo enigmatico precettore,
anche a costo della vita.
Ambientato
alla fine del V secolo d.C., il nuovo romanzo di Valerio Massimo
Manfredi racconta uno dei momenti cruciali della storia
dell'antichità: il tramonto dell'Impero romano. Battaglie epocali,
invasioni barbariche, intrighi di palazzo, fanno da sfondo a una
storia avvincente in cui realtà e fantasia si uniscono a creare la
grande avventura. I protagonisti sono un manipolo di legionari
sopravvissuti alla distruzione dell'ultima legione romana, tre
invincibili soldati e una valorosa guerriera che decidono di
liberare l'ultimo imperatore d'Occidente, esiliato a Capri dal
germanico Odoacre, e il suo misterioso precettore, Meridius
Ambrosinus. Braccati attraverso tutta l'Europa, guidati da Meridius
e dal valoroso comandante Aureliano, i fuggitivi giungeranno in
Britannia dove affronteranno l'ultima impossibile battaglia. Lo
scontro finale sarà deciso da un'arma segreta e invincibile: Ensis
Caliburnus, la spada di Giulio Cesare ereditata dal piccolo Romolo,
destinata a diventare famosa con il nome di (...)[Ho omesso il
nome per non togliervi il piacere finale].
Profondo
conoscitore del mondo antico e abile creatore di intrecci, Valerio
Massimo Manfredi regala ai suoi lettori non solo un racconto
coinvolgente e all'insegna della suspense ma anche il malinconico
ritratto di un mondo al tramonto e di una civiltà agli albori. Il
tutto grazie a una narrazione animata da personaggi indimenticabili,
scenari affascinanti, ideali e passioni senza tempo, capace di
fondere l'immaginario di due epoche nella creazione di una leggenda
destinata a varcare i millenni.
Personalmente l'ho
trovato veramente molto avvincente ed appassionante (l'ho completato
in due giorni sotto l'ombrellone quest'estate), anche se il tono di
scrittura è leggermente fiabesco in alcuni punti (non che a noi
divoratori di Fantasy non sia gradito,però...). L'autore è un
grande archeologo contemporaneo, abbastanza famoso anche fra i non
addetti ed avendo letto alcuni dei suoi libri si vede che spesso
affiorano cenni storici in quantità (forse i suoi ringraziamenti
son un pò eccessivi a fondo libro). Questo comporta quindi una
mescolanza a volte un pò forzata di fatti reali, di immaginazione e
narrativi presi a prestito da ben note saghe storico/fantasy a noi
care. Forzature quindi che all'occhio attento di un critico o di un
lettore incallito non passano inosservate (io ho letto altre
recensioni prima ^__^ ) e spruzzatine varie di concetti
politicamente corretti (L'Etiope Batiato grande ,grosso e buono) che
un pò stonano (Mi sembrava di vedere una puntata di Hercules in
differita). Questo però nulla ha da togliere al bel libro che vi
proponiamo che a mio avviso va letto tutto d'un fiato per
assaporarsi l'azione incalzante ed i continui colpi di scena, senza
puntualizzare troppo su alcuni cavilli. Il finale anche se
"campato all'aria" è a mio avviso una bella ed
interessante trovata per collegare due miti e due leggende
(Bellissimo il gioco di lettere sulle parole incise nella spada di
Cesare), tutto compresso nelle ultime 3 pagine... solo una parola:
PENDRAGON! Buona lettura quindi!
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